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La seconda storia che vi vogliamo raccontare è quella di : Frida Kahlo – Coyoacán (Messico), 1907 – 1954
Nonostante l’ammirazione di grandi artisti di fama internazionale come Pablo Picasso e André Breton, l’opera di Frida Kahlo è rimasta a lungo nascosta all’ombra del celebre marito, Diego Rivera, trovando un vasto riconoscimento solamente a partire dagli anni 90 del secolo scorso, a quattro decenni dalla prematura scomparsa della pittrice messicana. Fin dall’infanzia la vita di Frida Kahlo fu segnata da enormi sofferenze fisiche, a partire dalla poliomelite che contrasse a sei anni, fino al gravissimo incidente in cui rimase coinvolta undici anni dopo, quando l’autobus su cui viaggiava si scontrò con un tram e lei fu trafitta da un corrimano riportando numerose fratture al bacino e la rottura in tre punti della colonna vertebrale. La terribile esperienza, che le costò una trentina di interventi chirurgici, diversi anni di immobilità a letto con il busto ingessato e gravi problemi per tutta la vita, incise profondamente sulla sua esistenza sia sotto il profilo privato (non riuscì mai ad avere figli) che artistico: fu proprio durante il primo ricovero ospedaliero, infatti, che iniziò a dipingere le sue prime tele e, quando fu dimessa, i genitori le comprarono un letto a baldacchino con uno specchio fissato in alto che le consentì di utilizzare i lunghi mesi di degenza domestica per la realizzazione di una serie di autoritratti. Dotata di grande talento artistico e di uno spirito indipendente e passionale insofferente alle regole e alle convenzioni sociali, non appena tornò a camminare divenne un`attivista del partito comunista messicano prendendo parte a tutte le lotte pacifiche a difesa dei poveri e degli oppressi. Il famoso pittore murale Diego Rivera si appassionò ai suoi dipinti e la prese sotto la propria ala protettrice inserendola nella vita politica e culturale messicana. Fra i due nacque un amore travolgente e ossessivo fatto di passione, infedeltà (lui era un noto donnaiolo) e sofferenze che si tradusse in un matrimonio nel 1929 (il terzo per Rivera, che aveva vent’anni di più), un divorzio (quando lui tradì Frida con la sorella Cristina) e un nuovo matrimonio nel 1940. Dopo anni di dolori coniugali, Frida imparò a ricambiare le infedeltà concedendosi anche alcune esperienze omosessuali. Il grande cruccio della sua vita, tuttavia, fu quello di non poter avere figli: quando rimase incinta, il suo fisico minato dall’incidente non resse alla gravidanza provocando un aborto spontaneo. Sotto la guida del marito, suo primo estimatore, Frida Kahlo affinò nel tempo la propria tecnica pittorica assumendo uno stile naïf che espresse in piccoli ritratti di ispirazione popolare. Il legame con la terra natale e l’autobiografia rappresentarono i due elementi base delle sue creazioni, in cui la sofferenza e il dolore convivono con la forza e l’allegria: una tensione fra opposti che lei seppe trasporre dalla vita all’arte. Quando, poco tempo prima di morire, le venne amputata la gamba destra a causa di una cancrena, annotò nel suo diario “attendo con gioia la mia dipartita… e spero di non tornare mai più”, ma anche: “piedi, a cosa mi servono se ho ali per volare?”
La prossima protagonista sarai tu!
Ulteriori informazioni su Fridha Khalo ( fonti Rai Arte)