Raccontata dal film EVITA interpretato da Madonna la figura di Maria Duarte viene conosciuta anche dai più giovani.
Recati nei saloni aderenti all’iniziativa 7days women a scoprire le molte sorprese a te riservate,piccoli grandi gesti dedicati ad una persona speciale: TU.
Chi è:
María Eva Duarte de Perón, nata Eva María Ibarguren[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][1] (Los Toldos, 7 maggio 1919 – Buenos Aires, 26 luglio 1952), è stata un’attrice, politica, sindacalista e filantropa[2][3] argentina, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón eFirst Lady dell’Argentina dal 1946 fino alla morte nel 1952, avvenuta per un tumore, a soli 33 anni. È di solito indicata come Eva Perón, o con l’affettuoso diminutivo in lingua spagnola Evita.
Cosa fece:
Peron diventa presidente Il 24 febbraio del ’46 alle elezioni generali, una fila interminabile di soli uomini si reca alle urne per votare sia il nuovo parlamento, sia il nuovo Capo di Stato. Il partito laburista di Peron vince con il 55%, mentre il restante 45% dei voti va all’unione democratica. Peron è il nuovo Presidente della Repubblica argentina ed Evita la prima ‘first lady? del Sudamerica, ruolo che le si ritaglia a perfezione, lei così carismatica e combattiva che ama farsi confezionare abiti da sogno e apparire smagliante e decisa a fianco del marito.
Un anno dopo, il 9 giugno del ’47 Evita fa un viaggio in Europa e sbarca a Madrid: tutti vengono colpiti dalla sua bellezza e dalla sua eleganza anche se non sfuggono i difetti come l’essere sempre in ritardo e la sua impreparazione politica nonché le sue gaffe. Evita arriva in un’Europa ancora disastrata dalla guerra, promettendo navi cariche di grano provenienti dall’Argentina affermando che era giusto dividere le loro spighe con i fratelli spagnoli. Dopo la Spagna Evita (vestita per l’occorrenza come la vergine Maria) visita il Papa e De Gasperi a Roma e poi si reca in Francia, Belgio e Svizzera.
Il viaggio in Europa consacra Evita come leader della sua nazione: al suo rientro viene accolta come un’eroina. Anche Peron corre ad abbracciare sua moglie, fiera di aver svolto bene il suo compito, senza rendersi ancora conto che lei lo sta scalzando sempre di più dal cuore degli argentini.
La politica di Evita
Evita aveva iniziato a dedicarsi anima e corpo dei più deboli nel ’46 quando prende un treno per tornare in mezzo a quel popolo da cui era venuta e fuggita da ragazza. Si reca a portare speranza in paesi dell’entroterra dove i politici non erano mai stati. Per tutti è la dama della speranza.
Anche in questo caso i giudizi sono controversi: c?è chi vede in lei l’incarnazione della donna generosa che si adopera ad aiutare i più poveri e deboli, e chi invece vede in lei la donna borghese che fa solidarietà indossando favolosi abiti e preziosissimi gioielli. Evita ad ogni modo dà vita alla ‘fondazione Evita Peron? con la quale aiuta i bisognosi e fa grandi opere come le scuole e gli ospedali (finanziati anche con i soldi del ministero). Costruisce case per i senzatetto e gli anziani, senza mai dimenticare le esigenze dei bambini. Questa fervente attività benefica di certo le procura grandissima popolarità e ammirazione e spesso la domenica mattina si affaccia al balcone della Casa Rosada davanti alla folla che la acclama, vestita e pettinata di tutto punto.
Il 9 settembre del ’47 il parlamento approva il disegno di legge che concede alle donne il diritto di voto, proprio grazie alla lotta di Evita: pensava infatti che l’assenza delle donne nelle decisioni del Paese fosse ciò che successivamente condannava le famiglie e che quindi le donne dovessero avere un ruolo sociale ottenendo prima di tutto il diritto di voto. Viene quindi fondato il partito peronista delle donne. Questa forse è la sua battaglia più importante, il suo obiettivo più “avangurdistico“.
Peron diviene un capo sempre più autoritario che non permette la libertà di stampa, né spazi politici all’opposizione, e che esercita il suo potere con rigidità e fermezza (e talvolta crudeltà). La sua è una dittatura insolita che vuole dare ordine al capitalismo e che assicura condizioni di vita più umane ai salariati. Il popolo lo ama, mentre i suoi nemici sono gli intellettuali, le università, la stampa e la Chiesacattolica.
Nel ’49 l’Argentina che fino a quel momento aveva conosciuto la crescita economica, entra in una crisi che si aggraverà nel ’52: le riserve internazionali accumulate durante la Seconda Guerra Mondiale si esauriscono e gli scioperi verso il governo (riconosciuti dalla nuova Cosituzione del ’49) iniziano a farsi sentire. Eppure Peron ed Evita mantengono ben saldo il loro carisma verso il popolo.
Intanto la scena politica diviene sempre più di Evita che continua a parlare ai suoi descamisadose a fondare scuole per i bambini bisognosi, come la ‘Città per l’infanzia’, che si occupano anche di portare i bambini al mare durante l’estate.
La società è in piena trasformazione, se prima solo gli aristocratici andavano al mare per esempio, ora il ‘mar de plata’ è pieno di gente del popolo che ha imparato a godere del sole. Era impensabile un tempo per una persona di una certa classe sociale vedere al mare il proprio domestico! Questo rispecchia pienamente la politica di Peron-Evita: una gestione autoritaria del potere, ma anche una sostanziale integrazione sociale e un’effettiva redistribuzione del reddito. Tra mille contraddizioni, infatti, l’Argentina diventa il Paese più democratico del subcontinente
testi tratti da:http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/evita/806/default.aspx
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